la statua

(tratto “1983-2007 Questi primi 25 anni della festa Patronale di Maria Bambina” a cura di Francesco Scrudato)

Dopo diverse consultazioni e anche disparate proposte (era già il mese di giugno e l’unica soluzione era quella di acquistarne una), Don Giuseppe e il Cav. Ruggeri Valfrediano partirono insieme per ORTISEI, in provincia di Bolzano, dove risiedevano degli ottimi scultori del legno. In tasca avevano alcune foto del quadro che si trova nell’al- tare principale: quella doveva essere la statua per la processione. Passati alcuni giorni e visitate diverse botteghe artigiane ritornarono soddisfatti, principalmente don Giuseppe perchè aveva trovato quelle che lui riteneva le persone giuste per realizzare la nostra statua. Ma c’era ancora un problema: sicuramente non poteva esserci consegnata prima dell’8 settembre, giorno canonico della Natività di Maria Vergine, perciò bisognava rin- viare la Festa ad altra data. Così fu.

L’arrivo della statua fu molto emozionante. Era un venerdì sera tardi ed eravamo in tanti: i sacerdoti, le suore ed il gruppo uomini. L’ansia di vedere il risultato era altissima, anche perché don Giuseppe aveva dato delle indicazioni precise, perciò non aspettammo il giorno dopo per aprire la grande cassa imballata molto diligentemente con cura e professionalità. Tolto l’involucro e posata la statua sulla base, dove attualmente viene portata in processione e che Lorenzo Bonino aveva preventivamente restaurato, non ci fu quel tanto sospirato e atteso “oooooooooooooh” in segno di approvazione, ma un semplice “è bella” da parte di tutti.

Dopo qualche minuto di silenzio e osservazione qualcuno cominciò a sbilanciarsi e dire che purtroppo la statua aveva una espressione molto triste: “Avremmo preferito - in molti dissero - che Maria ci sorridesse almeno un po’”.

Qualcun’altro, ricordo, affermò anche: “La Madonna è triste come il nostro Centro Storico pieno di palizzate, con tanti edifici fatiscenti, con stabili crollati o in procinto di esserlo”.

Dopo diverse discussioni si decise che bisognava escogitare qualcosa per strappare almeno un sorriso alla Madonna, per rendere quella statua meno triste. Provammo con fari, faretti, luci varie, da collocare sotto, sopra, di lato, la situazione però non cambiava. Era passata da un pezzo la mezzanotte ed eravamo ancora tutti lì, ad un tratto ecco il solito lampo di genio di Suor Oliva: “Proviamo con una luce gialla!”. Posizionandola, come d’incanto, si risolse il problema: il viso della Madonna cambiò espressione. Da allora, certamente, non sorride ma è sicuramente meno triste.

Ecco svelato il motivo di quella luce gialla puntata sul volto di Maria che fa tutt’oggi interrogare molti: provate a guardarla con la luce spenta e vi accorgerete della differenza. In seguito nel 1986, voluta da don Giuseppe Fisanotti, venne costituita la Compagnia di Maria Bambina che si aggiungeva a quelle già esistenti nella parrocchia: Consolata, San Giuseppe, Crocifisso, Santissimo Sacramento e Madonna del Rosario.